L’influenza aviaria continua a diffondersi nel mondo, con focolai in Europa, Asia e Nord America. In Cambogia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Who) ha registrato il decesso di un uomo di 28 anni, contagiato dal virus A/H5N1 probabilmente mentre lavorava in un allevamento di pollame, in cui erano stati segnalati casi di animali malati. Mentre negli Stati Uniti il primo caso in un allevamento di pollame della Georgia aumenta la preoccupazione. La Georgia, principale produttore statunitense di pollame, ha immediatamente imposto misure di quarantena su un raggio di 10 chilometri e vietato le fiere avicole. In Germania, a Norimberga, è stato chiuso lo zoo Tiergarten per un focolaio: la scoperta di tre cicogne morte positive al virus H5N1 ha portato alla quarantena dello zoo; successivi test hanno confermato la presenza del virus anche in due pellicani asintomatici, mentre non è stata registrata alcuna trasmissione a mammiferi. In Italia, la Regione più colpita è il Veneto, che ha registrato un nuovo focolaio in un allevamento di 800.000 galline ovaiole portando a 53 il totale dei casi di influenza aviaria in Italia. Cresce l’attenzione anche per gli animali da compagnia, specie gatti e cani. La Food and Drug Administration (Fda) ha invitato i produttori di alimenti per cani e gatti, che utilizzano materie prime crude o non pastorizzate derivate da pollame o bovini, a rinnovare i piani di sicurezza alimentare inserendo controlli indirizzati specificamente al virus dell’influenza aviaria. Il primo caso di infezione in un gatto è stato segnalato proprio in Italia, in provincia di Bologna. La diffusione mondiale del virus H5N1 evidenzia dunque la necessità di un coordinamento internazionale per contenerne l’epidemia. Le autorità sanitarie sottolineano l’urgenza di strategie coordinate, tra cui l’adozione di vaccini in sperimentazione in Italia e Olanda, per affrontare l’emergenza e contrastare la crescente minaccia globale.
INFLUENZA AVIARIA: E’ ALLARME GLOBALE
Le categorie maggiormente a rischio