INFLUENZA, PICCO DOPO FESTE NATALE. PROPOSTA DI ANTICIPARE A 60 ANNI L’ETÀ IN CUI VACCINARSI

In attesa del picco dell’influenza, che è previsto per dopo Natale, il dibattito sulla vaccinazione si arricchisce di nuove proposte e si fa strada l’ipotesi di anticipare l’immunizzazione contro l’influenza già a 60 anni con vaccini potenziati, ritenuti più efficaci, come già raccomandato per la protezione degli over 65 e dei soggetti più deboli. Una richiesta di cambiamento in linea con quanto già avvenuto in Austria, Germania e Gran Bretagna, alla luce dei dati riportati dall’European Centre for Disease, Prevention and Control (Ecdc), che mostrano come in Europa, nella passata stagione, i casi di influenza trattati in terapia intensiva abbiano interessato nel 42% individui dai 60 anni in su. I più recenti studi scientifici dimostrano infatti che il peso dell’influenza grava in modo significativo anche nella fascia di età 60-64 anni, segmento di popolazione che finora ha ricevuto meno attenzione, poiché già a partire dai 50 anni la capacità del nostro sistema immunitario tende a diminuire, rendendoci più vulnerabili alle complicanze derivanti dall’influenza, com’è stato reso manifesto anche dalla pandemia. Risulta dunque evidente l’utilità di iniziare a vaccinare non solo i gruppi a rischio tradizionali (over 65 e fragili) ma anche la popolazione dai 60 anni in su, in risposta all’aumento dei casi e alla vulnerabilità di questa fascia d’età. Estendere la raccomandazione dei vaccini antinfluenzali dai 60 anni rappresenterebbe una grande opportunità non solo per proteggere la loro salute, ma anche per ridurre la diffusione del virus nel territorio in quanto, allargando la fascia di età, l’efficacia media dei vaccini antinfluenzali aumenterebbe, riducendo anche il carico economico e sociale dell’influenza.

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