Durante il 55° Congresso Nazionale della Società Italiana di Igiene, tenutosi a fine settembre a Padova, è emerso come la vaccinazione antinfluenzale in ambito pediatrico stia diventando in Italia sempre più uno strumento di prevenzione fondamentale, riconosciuto anche dalle Raccomandazioni sulla Vaccinazioni che pervengono annualmente dal Ministero della Salute nella Circolare Annuale sulla Prevenzione ed il Controllo dell’influenza. Notiamo infatti come rispetto alla stagione precedente i tassi di copertura vaccinale, soprattutto nella fascia pediatrica dei 2-4 anni, siano cresciuti del 7%.
Vaccinare i bambini contro l’influenza è importante in primis perchè la fascia di età pediatrica (0-6 anni), dopo la categoria degli anziani over 75, risulta essere la categoria in cui si rilevano i più elevati tassi di mortalità (circa 36 mila decessi annui a livello globale in epoca pre-pandemica) e quella con i più elevati tassi di incidenza in assoluto (ad essere i più colpiti sono i bambini dai 2-4 anni seguiti dai bambini dai 5-14 anni); inoltre, i bambini risultano essere i maggiori diffusori del virus influenzale all’interno delle comunità scolastiche e familiari. Ecco perché l’obiettivo è quello non soltanto di inserire la popolazione pediatrica come target per la vaccinazione antinfluenzale, come avviene ormai da 5 anni in Italia, ma in futuro anche quello di incrementare le coperture vaccinali in tale fascia di età per ottimizzare il vantaggio per la popolazione generale.
Ad oggi, per il secondo anno consecutivo in Italia, abbiamo a disposizione un vaccino quadrivalente vivo attenuato in formulazione di spray nasale indicato per i bambini dai 24 mesi e fino ai 18 anni di vita, la cui formulazione è aggiornata annualmente in base ai ceppi raccomandati dall’OMS, similmente agli altri vaccini quadrivalenti disponibili ad oggi in commercio di tipo inattivato e con somministrazione per via iniettiva. Questo prodotto ha diversi vantaggi tra cui:
- attivazione di una risposta immunitaria a livello locale, con produzione di IgA mucosali; tale attivazione, legata principalmente alla modalità di somministrazione intra-nasale, mima al meglio la risposta immunitaria naturale, ma successivamente permette anche l’attivazione di una risposta sistemica con produzione di IgG circolanti e cellule Linfocitarie T di memoria.
- La modalità di somministrazione avviene per via intranasale attraverso due somministrazioni nelle narici del bambino modulate da una clip divisoria, che impedisce errori di somministrazione. Questa modalità di somministrazione garantisce inoltre un training del personale sanitario vaccinatore più rapido.
- La maggiore aderenza alla vaccinazione e accettabilità da parte dei bambini, dei genitori e degli operatori sanitari, cosa che incrementerebbe la possibilità di raggiungere coperture vaccinali più elevate nella popolazione pediatrica
I principali eventi avversi legati a questo tipo di vaccinazione sono locali e sono principalmente: malessere generalizzato (22,6%), congestione nasale (43,4%) e tosse (20,8%). Tale vaccino non deve essere somministrato a bambini con età inferiore o uguale a 23 mesi di vita, essendo un vaccino vivo attenuato, e va evitata la somministrazione in bambini immunocompromessi, in soggetti gravemente allergici ad ovalbumina (ed altre proteine dell’uovo) e gentamicina, oltre che in bambini affetti da asma severo o con attacco acuto asmatico in corso e in bambini sottoposti a terapia con salicilati.