COVID, SARA’ NECESSARIA LA TERZA DOSE?

Con una campagna vaccinale che viaggia a pieno ritmo si comincia a riflettere sulla necessità di una terza dose del vaccino anti Covid. Un’ulteriore copertura che potrebbe essere resa necessaria dalla diffusione delle varianti. Quello che ormai è infatti certo è che il nuovo Coronavirus muta con estrema rapidità. Dunque se per il momento i vaccini sembrano garantire un’efficace copertura per le varianti, potrebbe sorgere la necessità di "tararli" in futuro per adeguarli a varianti nuove (un po’ sul modello del vaccino antinfluenzale). Ciò comporterebbe la necessità di vaccinarsi ogni anno per immunizzarsi dalle varianti che potrebbero nascere anno dopo anno (molti esperti ritengono infatti che il Covid diventerà una malattia endemica).
In questo momento non abbiamo certezze assolute, ma l’ipotesi del ricorso a una terza dose di vaccino anti covid diventa sempre più concreta. Resta però l’incognita di quando somministrarla: forse in autunno o, più probabilmente, all’inizio del prossimo anno; un richiamo per tutti che sarà quasi certamente effettuato, come accade ogni anno per l’influenza, negli studi dei medici di famiglia. Nel frattempo, occorrerà comunque comprendere a fondo l’evoluzione della pandemia in termini di varianti e di durata dell’immunità per capire se potrebbe essere necessario un richiamo più avanti semplicemente per “rinfrescare” la risposta immunologica oppure per contrastare una variante emergente, anche se dovesse persistere una buona risposta contro il ceppo originale.
Per ora solo la Gran Bretagna, ha annunciato un richiamo pressoché certo a partire da settembre. Ma in diversi Paesi sono in corso sperimentazioni per valutare l’efficacia del mix di vaccini per procedere con gli eventuali richiami, come negli Stati Uniti o in Germania, dove si immagina che la terza iniezione dovrà essere necessariamente con un prodotto basato su mRNa messaggero. Moderna sta testando invece un vaccino modificato da somministrare in dose ridotta e specifico contro la variante sudafricana e, a quanto pare, efficace anche contro quella indiana, ideale per chi ha già ricevuto le prime due dosi. Senza contare gli sforzi per i vaccini polivalenti, che fra un paio di anni potrebbero regalare al mondo un’unica iniezione buona contro influenza e diversi ceppi di Sars-CoV-2.
 

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