I risultati del primo sondaggio riguardante la propensione alla vaccinazione rappresentano in modo veritiero quello che è l’atteggiamento che ormai traspare nella popolazione, ovvero che solo una maggioranza relativa (per noi il 56% dei rispondenti) ha intenzione di vaccinarsi contro l’influenza. Questa situazione è un effetto combinato di due fattori:
Una disaffezione complessiva verso le vaccinazioni in genere, anche quelle infantili, rispetto al passato quando ci si avvicinava con fiducia alle vaccinazioni antivaiolosa o antipoliomielitica mentre oggi un’ampia corrente di pensiero, con motivazioni non scientificamente provate, attribuisce alle vaccinazioni effetti negativi pesanti e quindi in modo strisciante ma inesorabile allontana una quota rilevante della popolazione da questa pratica vaccinale.
Inoltre gli effetti della comunicazione riguardante la pandemia da influenza suina del 2009, che per fortuna ha avuto nei fatti un impatto non così rilevante rispetto a quanto temuto all’inizio, con tutti gli strascichi conseguenti che hanno ridotto nella popolazione la consapevolezza della gravità della malattia ora percepita, erroneamente, come banale.
Credo che si debbano rilanciare momenti informativi rivolti alla popolazione generale che permettano di precisare meglio la sicurezza e soprattutto l’efficacia della vaccinazione antinfluenzale.
