Nei giorni scorsi il ministero della Salute, con una circolare che conteneva in allegato il parere del Cts, ha raccomandato il prolungamento della somministrazione della seconda dose dei vaccini a mRNA Pfizer e Moderna "nella sesta settimana dalla prima dose”, portando così da 21 a 42 giorni il limite massimo per il richiamo. Questa considerazione trova il suo razionale nel fatto che in questo arco temporale non viene inficiata l’efficacia della risposta immunitaria e che la prima somministrazione di entrambi i vaccini a RNA conferisce già efficace protezione rispetto allo sviluppo del Covid grave in un’elevata percentuale di casi (maggiore dell’80%). L’obiettivo di queste disposizioni è pertanto quello di avere, allungando i richiami, più dosi a disposizione per coprire, in modo già significativo in termini di protezione, un maggior numero di soggetti nel minor tempo possibile.
Negli ultimi giorni sul tema sono intervenute anche le autorità scientifiche nazionali ed europee, tra cui l’Ema e la stessa azienda americana produttrice del farmaco e si è generata molta confusione: la domanda che ora tutti si fanno è quanto si può stare sicuri fra una dose e l’altra.
Al seguente link, durante la diretta del programma di Rete4 “Stasera Italia”, provo a fare chiarezza sulla possibilità di ritardare la seconda dose dei vaccini Pfizer e Moderna fino a 42 giorni nell’assoluta tranquillità. https://twitter.com/StaseraItalia/status/1392554571097120770?ref_src=twsrc%5Etfw
VACCINI ANTI COVID: RICHIAMO CON PFIZER E MODERNA RACCOMANDATO DOPO 42 GIORNI
Le categorie maggiormente a rischio